Una finestra sul vigneto #4 - Il blog del Podere ai Valloni - Podere ai Valloni

Una finestra sul vigneto #4

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Una finestra sul vigneto #4

Podere ai Valloni
Pubblicato in Vigneto · 20 Luglio 2022
Tags: PodereaiValloniBocaDOCVignaCristianaAltoPiemonteCollineNovaresiunafinestrasulvignetoNebbioloVespolinaUvaRaravendemmia
Quarta settimana: ancora siccità e gran caldo, con la Popillia che continua ad imperversare... Una combinazione di fattori che rende quest'annata veramente difficile e molto faticosa la strada dei nostri grappoli verso la maturazione.

Continuando il viaggio nelle varietà coltivate qui al Podere, parliamo oggi della Vespolina, la varietà autoctona più diffusa dell’Alto Piemonte. Di questo vitigno si hanno ampie tracce e notizie a partire dal XVIII secolo e nonostante all’epoca fosse molto diffuso in Oltrepò Pavese, in realtà la sua origine pare essere piemontese, della zona di Gattinara.

Il suo nome sembra derivare dalla sua dolcezza, che la rende particolarmente gradita alle vespe.
Storicamente la sua importanza è diminuita dopo l’avvento della fillossera: mal si presta infatti all’innesto su piede americano e, soprattutto, in molte zone ha ceduto spazio alla Barbera, più resistente alle malattie.
 
Solitamente questo vitigno è utilizzato in abbinamento ad altre varietà quali Barbera, Croatina e Uva Rara. Se vinificata in purezza, sa regalare emozionanti sorprese: uno splendido colore rosso rubino con riflessi violacei, profumi particolari dalle note floreali di violetta a quelle vegetali di tè verde, fino ai frutti rossi  e alle immancabili spezie. La Vespolina è protagonista indiscussa di una scoperta effettuata dall’Istituto di San Michele all’Adige: nel 2011 infatti gli studiosi hanno confermato che il caratteristico aroma di pepe, tipico di questo vitigno, deriva dalla presenza di una molecola chiamata “rotundone”, un terpene, responsabile appunto di tale nota speziata. Nella Vespolina è presente una concentrazione di rotundone pari a 560 ng/L (nanogrammi per litro), che supera di 35 volte la soglia sensoriale.
 
Fresco e leggero, sapido, con un retrogusto amarognolo, al palato presenta  una struttura equilibrata, giusta acidità e tannini sorprendenti.
L’abbinamento ideale è con i piatti del nostro territorio, formaggi e salumi tipici, come il salame della Duja e ovviamente i risotti.

CARTA D’IDENTITA’
NOME: Ughetta o Uvetta (di Canneto), Nespolina o Nespolino (Nespoulìn), Balsamina (in Val d’Ossola).
Non va confusa con la Vespaiola vicentina.
ORIGINE: Oltrepò Pavese. Ad oggi è coltivata nel Novarese, Vercellese, Biellese
GRAPPOLO: di media grandezza, compatto, allungato, conico, solitamente con un’ala soltanto. L’acino è di media grandezza, con buccia blu scuro quasi nero, pruinosa e poco sottile.
FOGLIA: è piccola o medio-piccola, frastagliata, pentagonale, a 5 o 6 lobi
MATURAZIONE: medio-precoce (fine settembre). Il grappolo è molto sensibile alle malattie crittogamiche, predilige esposizioni soleggiate e terreni freschi, non soggetti a siccità. Uva molto delicata, teme la peronospora e l’oidio, l’umidità e l’eccessiva aridità.
DENOMINAZIONI: Doc Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Ghemme, Oltrepò Pavese, Sizzano.


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